Massimiliano Altobelli svolge personalmente la professione di Investigatore Privato a Roma con autorizzazione della Prefettura, sia in ambito civile che penale, dal 1995.
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Mi chiamo Massimiliano Altobelli, svolgo, con passione, la professione di Investigatore Privato dal 1995 e sono regolarmente autorizzato dalla Prefettura di Roma in base agli artt.134 e seg. del T.U.L.P.S..
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E’ Vostro diritto chiedere all’Investigatore Privato a cui vi rivolgete di poter visionare la Licenza rilasciata dalla Prefettura e le Tabelle con le operazioni e relative tariffe, che devono essere esposte presso l’ufficio dell’Agenzia.
Questo consiglio Vi sarà utilissimo nel capire che molte persone vantano esperienze pluriennali, avendo la Licenza solo da pochissimo tempo oppure essendo sprovvisti della stessa, quindi addirittura abusivi.
..spesso avere la certezza e le prove di un proprio sospetto, fà la differenza fra "subire" e "risolvere"..
Roma, Via della Farnesina n.15 (Ponte Milvio)
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P.I.: 10102770582
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Spesso si parla di tradimento come di un incidente di percorso, una svista emotiva, una debolezza momentanea, ma la verità è che in molti casi l'infedeltà è una scelta ben precisa.
Non si tratta solo di cedere ad un impulso, ma di pianificare, di nascondere, di mentire consapevolmente; dire che è stato un momento di follia è una scusa comoda, ma se si analizza a fondo, ci si accorge che ogni gesto, dal primo messaggio segreto all’incontro fisico, richiede intenzione.
Quando l'infedeltà è una scelta, la persona sa di rischiare la relazione, la fiducia e la stabilità emotiva dell’altro, eppure, decide di andare avanti, forse convinta che non verrà scoperta o che, se dovesse succedere, troverà un modo per giustificarsi.
È qui che la parola “errore” perde di significato, perché non si è trattato di una semplice distrazione, ma di una decisione che ha richiesto tempo, organizzazione e volontà.
Molte volte, per smascherare una scelta di infedeltà, è necessario rivolgersi a un investigatore privato, a un’agenzia investigativa o ad un detective, soprattutto quando i segnali sono sfumati e difficili da dimostrare.
In un mondo dove tutto può essere nascosto dietro un telefono o un social, affidarsi a chi sa indagare professionalmente diventa un passo fondamentale per avere conferme concrete e non vivere nel dubbio.
La domanda “chi ama tradisce?” è vecchia quanto le relazioni stesse.
Alcuni sostengono che il vero amore non possa coesistere con il tradimento, mentre altri affermano che si possa amare profondamente ed allo stesso tempo, cadere in tentazione, ma se ci fermiamo a riflettere, capiremo che questo non è solo un quesito sentimentale, è una questione di coerenza tra emozioni e azioni.
Molti, nel chiedersi chi ama tradisce?, si scontrano con la realtà delle emozioni umane: desideri, insicurezze, bisogno di conferme esterne, tuttavia, amare significa anche proteggere e rispettare l’altro, ed il tradimento, per sua natura, infrange quel patto di fiducia che è alla base di qualsiasi legame sano.
A volte chi tradisce prova comunque sentimenti sinceri per il partner, ma è in conflitto con se stesso; questo non giustifica il comportamento, ma lo rende più complesso da interpretare, ecco perché nei casi di forte sospetto, un investigatore privato, un’agenzia investigativa o un detective possono fornire le prove necessarie per chiarire i fatti.
Capire la verità è spesso il primo passo per decidere se un amore tradito può essere recuperato o se il rispetto di sé impone di voltare pagina.
Quando si parla di psicologia e tradimento, si entra in un campo dove emozioni, motivazioni e comportamenti si intrecciano in modi spesso complessi.
La psicologia cerca di capire non solo il come avviene il tradimento, ma soprattutto il perché.
Secondo molti studi, la combinazione di bisogni insoddisfatti, opportunità e mancanza di autocontrollo gioca un ruolo chiave.
Tre elementi di grande valore che si ripetono quando si analizza psicologia e tradimento sono:
1. Autostima: chi tradisce può farlo per sentirsi più desiderato o apprezzato.
2. Comunicazione: le coppie con scarsa comunicazione sono più vulnerabili alle infedeltà.
3. Bisogno di novità: alcune persone sono attratte dall’ignoto e dal brivido della conquista.
Affrontare la questione psicologia e tradimento non serve solo a capire l’altro, ma anche a proteggere se stessi da dinamiche dannose; un investigatore privato o un detective possono
aiutare a raccogliere elementi concreti per comprendere la situazione, mentre un’agenzia investigativa può integrare
le prove con un’analisi più ampia, così si evita di basarsi solo su interpretazioni emotive, avendo invece dati reali per decidere come agire.
Molti si chiedono: perché tradire senza lasciarsi?
Se una persona non è più felice in una relazione, non sarebbe più onesto troncarla prima di iniziare qualcosa di nuovo?
Eppure, la realtà è più complicata.
Tre motivazioni chiare ed importanti sul tradire senza lasciarsi:
1. Paura della solitudine: alcuni restano in coppia per non affrontare il vuoto emotivo di una separazione.
2. Sicurezza materiale: la relazione offre stabilità economica o sociale che si teme di perdere.
3. Legami affettivi: anche tradendo, si prova un attaccamento emotivo che impedisce di rompere del tutto.
Il tradire senza lasciarsi è spesso frutto di un conflitto interno: da un lato il desiderio di novità, dall’altro la paura di perdere ciò che già si ha; è un comportamento che logora
entrambe le parti, portando la relazione in un limbo doloroso, ed in questi casi, un investigatore privato o un’agenzia investigativa possono aiutare la persona tradita ad ottenere le prove
necessarie per affrontare la verità, soprattutto quando i sospetti sono forti ma le conferme mancano.
Molti si chiedono se confessare un tradimento sia sempre la scelta giusta.
Da un lato, dire la verità può sembrare un atto di coraggio e onestà; dall’altro, può generare un dolore immenso e irreversibile.
La decisione di confessare un tradimento dipende spesso da motivazioni personali: senso di colpa, volontà di ricostruire su basi nuove, oppure il timore di essere scoperti.
Quando la relazione è ormai compromessa e soprattutto quando il tradimento è parte di una rete di menzogne ben strutturata, può essere utile rivolgersi a un investigatore privato; in certi casi, il partner tradito può voler conferme prima di affrontare una conversazione così delicata.
Un’agenzia investigativa o un detective possono fornire prove chiare e inconfutabili, evitando accuse infondate o discussioni basate solo su sospetti.
I punti a favore di rivolgersi ad un investigatore privato in questi casi sono tre:
1. Chiarezza totale: sapere esattamente cosa è successo.
2. Prove concrete: utili anche in contesti legali.
3. Protezione emotiva: affrontare la verità preparati, senza sorprese destabilizzanti.
Confessare
un tradimento può essere un atto liberatorio o devastante: capire quale sarà l’effetto sulla coppia è essenziale per decidere se parlare o restare in silenzio.
Se sei alla ricerca di un investigatore privato che operi su Roma e provincia, ti consiglio di dare un’occhiata ai miei servizi in questo modo potrai comprendere il mio modo di lavorare e quanta cura io stesso ci metta nello stilare un piano di lavoro totalmente personalizzato.
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Quando si parla di relazioni, spesso si pensa subito al tradimento sentimentale, ma esiste una dimensione altrettanto dolorosa e sottovalutata: l’infedeltà finanziaria.
Infedeltà ed infedeltà finanziaria non sono la stessa cosa, anche se possono convivere nella stessa coppia; mentre l’infedeltà tradizionale riguarda la sfera emotiva e sessuale, l’infedeltà finanziaria si manifesta quando uno dei due partner nasconde spese, debiti o investimenti senza condividere nulla con l’altro.
Questa doppia dinamica può generare contraddizioni enormi: si può essere fedeli emotivamente e sessualmente, ma tradire profondamente sul piano economico, creando una frattura di fiducia altrettanto grave.
Infedeltà ed infedeltà finanziaria possono avere effetti devastanti sulla coppia, perché la gestione del denaro è spesso il collante delle scelte quotidiane; non è raro, infatti, scoprire somme sottratte o conti segreti proprio quando meno ce lo si aspetta, e questo genera rabbia, frustrazione ed un senso di tradimento che non riguarda solo il cuore, ma anche la stabilità materiale della famiglia.
La difficoltà maggiore è che mentre il tradimento sessuale può essere visibile o intuibile, l’infedeltà finanziaria rimane spesso nascosta per lungo tempo, richiedendo maggiore attenzione e talvolta, l’intervento di un investigatore privato per capire la verità.
Molte persone tendono a minimizzare i segnali di infedeltà finanziaria, pensando che il denaro sia un dettaglio secondario, ma in realtà, quando i conti vengono manipolati o i soldi nascosti, si mina la fiducia alla radice, per questo è importante riconoscere le differenze tra le due tipologie di tradimento ed affrontarle con strumenti concreti, come dialogo, trasparenza e, nei casi più complessi, l’assistenza di un’agenzia investigativa specializzata.
In definitiva, comprendere le contraddizioni tra infedeltà emotiva e finanziaria è il primo passo per proteggere se stessi ed il proprio futuro.
Se nella tua mente, più di una volta hai pensato “mio marito mente sui soldi”, capisco bene che spesso si prova un mix di rabbia ed incredulità; non è facile affrontare questa situazione perché, diversamente da un tradimento emotivo, qui si mette in discussione la stabilità economica e la fiducia quotidiana nella gestione familiare.
Spesso le menzogne riguardano conti correnti segreti, carte di credito, debiti accumulati senza avvertire e spese che non coincidono con quanto dichiarato.
Se continui a ripeterti “mio marito mente sui soldi” sicuramente avrai iniziato a controllare ricevute, estratti conto e movimenti bancari, come se la trasparenza economica fosse diventata un terreno di investigazione domestica.
Il fatto che un marito menta sui soldi può generare un vero e proprio stato di ansia e sospetto costante, dove ogni acquisto diventa motivo di discussione, ed ogni conversazione sul futuro finanziario una potenziale trappola.
È qui che può entrare in gioco un investigatore privato o un’agenzia investigativa: la loro esperienza permette di raccogliere prove concrete senza alimentare conflitti inutili, inoltre, un detective può aiutare a chiarire movimenti sospetti o transazioni non autorizzate, fornendo sicurezza e chiarezza.
Non bisogna mai sottovalutare una situazione di questo genere, ed ignorarla non farà altro che peggiorare il problema; stabilire un dialogo aperto, documentare le spese e, se necessario, affidarsi ad un professionista esterno sono passi fondamentali, solo così si può valutare se si tratta di una fase transitoria o di un problema strutturale nella coppia.
Ignorare la verità può portare a situazioni più gravi, che compromettono non solo i soldi, ma anche la fiducia reciproca.
Se ti è già successo di pensare “mio marito mi ruba i soldi” sicuramente ti trovi a vivere un’esperienza devastante: oltre alla rabbia, si prova un senso di tradimento profondo, perché i soldi in una coppia rappresentano sicurezza, progetti e libertà.
In questi casi, il primo passo è fermarsi ed analizzare la situazione con lucidità, non si tratta solo di controllare il portafoglio, ma di capire se si tratta di un comportamento isolato o di un pattern consolidato.
Tre consigli chiave in questa situazione:
1. Documentare tutto: registrare movimenti sospetti, ricevute e conti è fondamentale. Questi dati possono rivelarsi cruciali se si deciderà di coinvolgere un investigatore privato o un’agenzia investigativa.
2. Dialogo mirato: affrontare il partner in modo diretto, ma senza aggressività, può aiutare a comprendere le motivazioni dietro il comportamento. Spesso il furto di denaro nasconde problemi più profondi, come dipendenze o difficoltà personali.
3. Supporto legale e professionale: un detective può raccogliere prove concrete senza incriminare chi agisce in buona fede, preparando il terreno per eventuali azioni legali.
Se hai scoperto che tuo marito ti ruba i soldi è essenziale non agire d’impulso.
La gestione della rabbia e la pianificazione di ogni mossa diventano strumenti fondamentali per proteggere se stessi ed il proprio patrimonio.
Coinvolgere un investigatore privato o un’agenzia investigativa consente di chiarire i fatti senza rischiare confronti pericolosi e di avere una visione chiara della reale entità del danno economico.
Affrontare la domanda “cosa fare se il marito non da soldi alla moglie” può risultare difficile perché coinvolge diritti economici, equilibrio familiare e spesso tensioni emotive.
La mancanza di contributo economico da parte del partner genera stress e frustrazione, soprattutto se la moglie gestisce la casa o sostiene spese comuni senza supporto.
Quindi cosa fare se il marito non da soldi alla moglie?
Una situazione del genere deve spingere alla riflessione su strategie pratiche e legali per tutelarsi.
Tre consigli chiave per questa situazione:
1. Stabilire un budget condiviso: proporre una pianificazione delle spese può chiarire responsabilità e limiti.
2. Richiedere supporto professionale: contattare un investigatore privato o un’agenzia investigativa può aiutare a capire eventuali entrate nascoste o uscite non dichiarate.
3. Consulenza legale: un avvocato può spiegare quali sono i diritti economici della moglie e le azioni possibili in caso di inadempienza prolungata.
Quando ci si domanda “cosa fare se il marito non da soldi alla moglie”, l’obiettivo è proteggere la propria autonomia economica senza alimentare conflitti inutili; la trasparenza è fondamentale: documentare ogni spesa, capire l’andamento dei conti e, se necessario, ricorrere ad un detective consente di avere prove concrete per prendere decisioni ponderate.
Intervenire in modo razionale e strutturato è l’unico modo per evitare che la situazione peggiori e per mantenere un minimo di serenità quotidiana.
Quando la frase “mi ha tradito e continua a mentire” diventa realtà quotidiana, la fiducia nella coppia è completamente compromessa.
Non si tratta più di piccole bugie o di incomprensioni, ma di un pattern consolidato che mina la stabilità emotiva e pratica della vita a due; in situazioni come questa, rivolgersi ad un investigatore privato può fare la differenza: la raccolta di prove concrete permette di chiarire comportamenti nascosti e di capire fino a che punto il partner sta realmente mentendo o tradendo.
Tre punti a favore di rivolgersi a un investigatore privato o a una agenzia investigativa:
1. Chiarezza dei fatti: avere prove documentate riduce il rischio di interpretazioni soggettive.
2. Pianificazione legale: in caso di separazione o protezione patrimoniale, i dati raccolti da un detective sono fondamentali.
3. Riduzione dello stress emotivo: sapere la verità permette di prendere decisioni consapevoli senza vivere nell’incertezza.
Quando continui a ripeterti “mio marito mi ha tradito e continua a mentire”, l’intervento di un professionista consente di evitare confronti diretti pericolosi, di raccogliere informazioni affidabili e di valutare con lucidità le possibili azioni.
Affidarsi ad un investigatore privato diventa una scelta strategica in una realtà di coppia compromessa, dove il dialogo tradizionale è ormai insufficiente e la situazione rischia di peggiorare ulteriormente.
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In oltre venticinque anni di attività come investigatore privato a Roma e sul territorio nazionale, ho imparato che uno degli elementi fondamentali – e spesso trascurati – nel nostro lavoro è il rapporto umano con il Cliente.
Dietro ogni richiesta d’indagine si cela una storia personale, spesso delicata, fatta di dubbi, paure, sospetti o speranze. Per questo, il mio primo compito non è solo quello di raccogliere informazioni, ma anche di ascoltare con attenzione e riservatezza, offrendo al cliente un punto fermo in un momento di incertezza.
Costruire un rapporto solido significa creare un clima di fiducia reciproca, dove il Cliente si sente compreso, aggiornato e tutelato in ogni fase dell’investigazione.
Ogni caso, per quanto simile ad altri, è unico: per questo il dialogo diretto, onesto e rispettoso è la base di ogni incarico professionale.
La trasparenza nel metodo e la discrezione nei risultati sono ciò che rende davvero efficace il mio lavoro. Per me, ogni cliente non è solo un numero o un fascicolo, ma una persona a cui offrire soluzioni concrete, prove utili e supporto reale.
Nel corso della mia lunga esperienza come investigatore privato, ho avuto modo di constatare quanto sia fondamentale chiarire fin da subito cosa aspettarsi da un’indagine professionale. Che il Cliente sia un privato o un’azienda, è essenziale comprendere che ogni attività investigativa si svolge entro precisi limiti normativi e deontologici.
Un investigatore serio e autorizzato lavora con un obiettivo preciso: raccogliere prove concrete, lecite e documentabili, utili a tutelare un diritto, anche in sede giudiziaria. Questo significa che ogni passaggio dell’indagine deve rispettare la normativa sulla privacy e le regole del nostro ordinamento. Il rischio di compromettere un intero fascicolo per l’acquisizione di prove in modo scorretto è reale, e un bravo avvocato potrebbe eccepire la nullità di quanto prodotto.
Per questo motivo, la correttezza metodologica è centrale: ogni attività di osservazione, documentazione o verifica deve essere svolta con rigore, nell’interesse del cliente e della validità delle prove.
Al termine dell’indagine, fornisco sempre un report investigativo dettagliato, corredato da fotografie e da tutte le circostanze oggettive rilevate. Questo documento riassume in modo chiaro e professionale i risultati raggiunti, concentrandosi esclusivamente sugli elementi rilevanti rispetto all’incarico ricevuto.
Ad esempio, in un caso di sospetta infedeltà coniugale, non avrebbe alcun senso – né valore – elencare ogni spostamento giornaliero della persona sorvegliata. Il focus del report sarà sulle eventuali prove documentate che possano confermare (o escludere) il comportamento infedele oggetto d’indagine.
Durante tutta la durata dell’incarico, mantengo un contatto diretto e costante con il Cliente, sia per aggiornarlo sull’andamento dell’indagine, sia per accogliere eventuali indicazioni o sviluppi utili. Questo dialogo continuo è spesso decisivo per orientare con precisione le attività e ottenere risultati concreti.
Una domanda che mi viene posta spesso riguarda la riservatezza e il segreto professionale.
Il rapporto tra investigatore privato e Cliente è regolato da norme stringenti, sia a livello giuridico che etico.
La fiducia reciproca è alla base di ogni incarico, ma oltre alla fiducia c’è anche un obbligo di riservatezza professionale che tutela il cliente in ogni fase dell’indagine.
In sintesi, affidarsi a un investigatore privato regolarmente autorizzato, esperto e trasparente, non è solo una garanzia di qualità del servizio, ma anche di protezione legale.
Le prove raccolte nel rispetto delle norme sono realmente utilizzabili in giudizio, e possono fare la differenza quando si tratta di far valere e/o difendere un diritto.
Il mondo delle investigazioni private affascina, incuriosisce, ma spesso confonde.
Al di là dell'immagine romanzata del detective, esiste una realtà complessa fatta di competenze, responsabilità, norme da rispettare e, purtroppo, anche di insidie.
Questo testo nasce per offrire una guida onesta e concreta a chi, per la prima volta o dopo esperienze deludenti, decide di affidarsi a un investigatore privato.
Negli ultimi anni il settore investigativo ha attraversato profondi cambiamenti. Il Decreto Ministeriale 269/2010 ha regolamentato la professione, imponendo requisiti e standard più rigorosi. Tuttavia, parallelamente, sono aumentati gli operatori improvvisati, le offerte al ribasso, le promesse facili.
La concorrenza sleale, fatta di sconti ingannevoli e di servizi svenduti, ha creato un pericoloso squilibrio tra ciò che si promette e ciò che realmente si può offrire.
Chi si rivolge a un investigatore lo fa per motivi delicati: tradimenti, dispute familiari, controversie legali, tutela dei figli o sospetti legati alla sicurezza personale o patrimoniale.
Eppure, troppo spesso, la scelta dell’agenzia investigativa avviene in modo affrettato, spinti più dal prezzo che dalla competenza. Il rischio? Spendere male i propri soldi e, soprattutto, non ottenere risultati concreti.
Nel mio lavoro, cerco sempre di costruire un approccio su misura per ogni Cliente. Ascolto, consiglio, propongo strategie compatibili non solo con l’obiettivo da raggiungere, ma anche con il budget e la realtà della persona che ho davanti. Accettare incarichi solo per incassare un compenso, anche quando so che non sarà possibile garantire un servizio adeguato, non fa parte del mio modo di operare.
Al contrario, mi impegno a offrire un’alternativa, a proporre un metodo operativo efficace, sostenibile e realistico. La trasparenza è fondamentale: prima di iniziare, è mio dovere spiegare come intendo procedere, cosa è possibile ottenere e cosa no, quali sono i limiti legali, quali gli imprevisti possibili.
Un’indagine non è mai matematica: ci sono variabili, ostacoli, tempi da rispettare e strategie da adattare di giorno in giorno. Ma quando esiste fiducia e collaborazione tra cliente e investigatore, le probabilità di successo aumentano notevolmente.
Ci sono due tipi di Clienti: chi si affida totalmente, lasciando all’investigatore autonomia e responsabilità; e chi, invece, pretende di suggerire strategie, controllare l’operato, o addirittura decidere come svolgere le indagini. Il secondo caso è il più delicato, perché rischia di compromettere la buona riuscita del lavoro. Non si può affidare un incarico professionale e al contempo comportarsi da regista dell’operazione.
Il mio ruolo non è solo quello di raccogliere prove, ma anche di accompagnare il cliente lungo un percorso spesso difficile, fatto di dubbi, attese e tensioni. In molti casi, ad esempio nelle investigazioni per infedeltà, capita che chi mi contatta abbia bisogno anche di ascolto, di riservatezza, di equilibrio. Non sono uno psicologo, ma so bene che per alcuni Clienti il momento del confronto con la verità è un passaggio emotivamente complesso.
Nel mio studio, ogni euro speso deve corrispondere a un impegno reale, a un servizio concreto, documentabile, svolto nel rispetto della legge e con l’adeguato impiego di mezzi, tecnologie e risorse umane. Diffidate da chi promette tutto a poco prezzo. Chi vi propone venti giorni di indagine a 1.500 euro o meno, probabilmente non potrà seguirvi come si deve. E se lo fa, rischia di ricorrere a metodi illeciti (come l’uso abusivo di GPS o altri strumenti di sorveglianza) o, peggio, di affidarvi a collaboratori senza preparazione, sottopagati e non qualificati.
Non bisogna dimenticare che dietro un’indagine efficace c’è un lavoro silenzioso ma complesso: turni, pedinamenti, relazioni dettagliate, analisi, verifiche. Il vero investigatore non vende “pacchetti”, ma soluzioni.
Non promette risultati certi, ma garantisce il massimo impegno possibile.
E lo fa sempre con coscienza, nel rispetto delle normative e della fiducia che gli viene concessa.
Per questo, il mio consiglio è semplice: prima di scegliere a chi affidare un’indagine, incontrate la persona, fate domande, valutate l’esperienza, chiedete documentazione, confrontate approcci e diffidate delle scorciatoie.
Nel mondo complesso e spesso poco trasparente delle investigazioni private, è fondamentale distinguere tra chi svolge questa attività con rigore e professionalità, e chi opera con superficialità, inseguendo solo il guadagno facile. In un settore dove le emozioni forti, le aspettative elevate e il disagio personale si intrecciano a casi delicati, è compito dell’investigatore privato sapersi muovere con equilibrio, trasparenza e rispetto della legge.
La fiducia del cliente si conquista non solo con risultati concreti, ma anche attraverso una condotta etica e un approccio rispettoso della privacy e della dignità delle persone coinvolte.
Per questo motivo, l’attività investigativa deve attenersi a regole precise, non solo tecniche ma anche deontologiche, che tutelano tanto il cliente quanto il professionista.
Ogni indagine, per essere davvero utile e legalmente valida, deve essere condotta entro confini ben definiti e nel pieno rispetto della normativa vigente. Qui di seguito sono riportate le Regole Deontologiche che guidano il trattamento dei dati personali da parte degli investigatori privati e dei professionisti del settore legale.
Si tratta di un riferimento essenziale per garantire correttezza, legalità e tutela dei diritti, sia in ambito giudiziario che nelle investigazioni difensive.
(Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 12 del 15 gennaio 2019)
Registro dei
provvedimenti
n. 512 del 19 dicembre 2018
Regole deontologiche relative ai trattamenti di dati personali effettuati per svolgere investigazioni difensive o per fare valere o difendere un diritto in sede giudiziaria
Capo I – Principi generali
Art. 1. Ambito di
applicazione
1. Le presenti regole deontologiche devono essere rispettate nel trattamento di dati personali per svolgere investigazioni difensive
o per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, sia nel corso di un procedimento, anche in sede amministrativa, di
arbitrato o di conciliazione, sia nella fase propedeutica all’instaurazione di un eventuale giudizio, sia nella fase successiva alla sua
definizione, da parte di:
a) avvocati o praticanti avvocati iscritti ad albi territoriali o ai relativi registri, sezioni ed elenchi, i quali esercitino l’attività in
forma individuale, associata o societaria svolgendo, anche su mandato, un’attività in sede giurisdizionale o di consulenza o
di assistenza stragiudiziale, anche avvalendosi di collaboratori, dipendenti o ausiliari, nonché da avvocati stranieri esercenti legalmente la professione sul territorio dello Stato;
b) soggetti che, sulla base di uno specifico incarico anche da parte di un difensore, svolgano in conformità alla legge attività di investigazione privata (art. 134 r.d. 18 giugno 1931, n. 773;
art. 222 norme di coordinamento del c.p.p.).
2. Le presenti regole deontologiche si applicano, altresì, a chiunque tratti dati personali per le finalità di cui al comma 1, in particolare a altri liberi professionisti o soggetti che in
conformità alla legge prestino, su mandato, attività di assistenza o consulenza per le medesime finalità.
Capo II – Trattamenti da parte di avvocati
Art. 2. Modalità di
trattamento
1. L’avvocato organizza il trattamento anche non automatizzato dei dati personali secondo le modalità che risultino più adeguate, caso per caso, a favorire in concreto l’effettivo rispetto dei
diritti, delle libertà e della dignità degli interessati, applicando i princìpi di finalità, proporzionalità e minimizzazione dei dati sulla base di un’attenta valutazione sostanziale e non
formalistica delle garanzie previste, nonché di un’analisi della quantità e qualità delle informazioni che utilizza e dei possibili rischi.
2. Le decisioni relativamente a quanto previsto dal comma 1 sono adottate dal titolare del trattamento il quale resta individuato, a seconda dei casi, in:
a) un singolo professionista;
b) una pluralità di professionisti, codifensori della medesima parte assistita o che, anche al di fuori del mandato di difesa, siano stati comunque interessati a concorrere all’opera
professionale quali consulenti o domiciliatari;
c) un’associazione tra professionisti o una società di professionisti.
3. Nel quadro delle adeguate istruzioni da impartire per iscritto alle persone autorizzate ad al trattamento dei dati, sono formulate concrete indicazioni in ordine alle modalità che tali
soggetti devono osservare, a seconda del loro ruolo di sostituto processuale, di praticante avvocato con o senza abilitazione al patrocinio, di consulente tecnico di parte, perito, investigatore
privato o altro
ausiliario che non rivesta la qualità di autonomo titolare del trattamento, nonché di tirocinante, stagista o di persona addetta a compiti di collaborazione amministrativa.
4. Specifica attenzione è prestata all’adozione di idonee cautele per prevenire l’ingiustificata raccolta, utilizzazione o conoscenza di dati in caso di:
a) acquisizione anche informale di notizie, dati e documenti connotati da un alto grado di confidenzialità o che possono comportare, comunque, rischi specifici per gli interessati;
b) scambio di corrispondenza, specie per via telematica;
c) esercizio contiguo di attività autonome all’interno di uno studio;
d) utilizzo di dati di cui è dubbio l’impiego lecito, anche per effetto del ricorso a tecniche invasive;
e) utilizzo e distruzione di dati riportati su particolari dispositivi o supporti, specie elettronici (ivi comprese registrazioni audio/video), o documenti (tabulati di flussi telefonici e
informatici, consulenze tecniche e perizie, relazioni redatte da investigatori privati);
f) custodia di materiale documentato, ma non utilizzato in un procedimento e ricerche su banche dati a uso interno, specie se consultabili anche telematicamente da uffici dello stesso titolare
del trattamento situati altrove;
g) acquisizione di dati e documenti da terzi, verificando che si abbia titolo per ottenerli;
h) conservazione di atti relativi ad affari definiti.
5. Se i dati sono trattati per esercitare il diritto di difesa in sede giurisdizionale, ciò può avvenire anche prima della pendenza di un
procedimento, sempreché i dati medesimi risultino strettamente funzionali all’esercizio del diritto di difesa, in conformità ai princìpi di liceità, proporzionalità e minimizzazione dei dati
rispetto alle finalità difensive (art. 5 del Regolamento UE 2016/679).
6. Sono utilizzati lecitamente e secondo correttezza secondo i medesimi principi di cui all’art. 5 del Regolamento (UE) 2016/679:
a) i dati personali contenuti in pubblici registri, elenchi, albi, atti o documenti conoscibili da chiunque, nonché in banche di dati, archivi ed elenchi, ivi compresi gli atti dello stato
civile, dai quali possono essere estratte lecitamente informazioni personali riportate in certificazioni e attestazioni utilizzabili a fini difensivi;
b) atti, annotazioni, dichiarazioni e informazioni acquisite nell’ambito di indagini difensive, in particolare ai sensi degli articoli 391-bis, 391-ter e 391-quater del codice di procedura
penale, evitando l’ingiustificato rilascio di copie eventualmente richieste. Se per effetto di un conferimento accidentale, anche in sede di acquisizione di dichiarazioni e informazioni ai sensi
dei medesimi articoli 391-bis, 391-ter e 391-quater, sono raccolti dati eccedenti e non pertinenti rispetto alle finalità difensive, tali dati, qualora non possano essere estrapolati o distrutti,
formano un unico contesto, unitariamente agli altri dati
raccolti.
Art. 3. Informativa
unica
1. L’avvocato può fornire in un unico contesto, anche mediante affissione nei locali dello Studio e, se ne dispone, pubblicazione sul proprio sito Internet, anche utilizzando formule sintetiche e
colloquiali, l’informativa sul trattamento dei dati personali (art. 13 del Regolamento) e le notizie che deve indicare ai sensi della disciplina sulle indagini difensive.
Art. 4. Conservazione e
cancellazione dei dati
1. Fermo restando quanto previsto dall’art. 5, par. 1, lett. e), del Regolamento (UE) 2016/679, la definizione di un grado di giudizio o la cessazione dello svolgimento di un incarico non
comportano un’automatica dismissione dei dati. Una volta estinto il procedimento o il relativo rapporto di mandato, atti e documenti attinenti all’oggetto della difesa o delle investigazioni
difensive possono essere conservati, in originale o in copia e anche in formato elettronico, qualora risulti necessario in relazione a ipotizzabili altre esigenze difensive della parte assistita
o del titolare del trattamento, ferma restando la loro utilizzazione in forma anonima per finalità scientifiche. La valutazione è effettuata tenendo conto della tipologia dei dati. Se è prevista
una conservazione per adempiere a un obbligo normativo, anche in materia fiscale e di contrasto della criminalità, sono custoditi i soli dati personali effettivamente necessari per adempiere al
medesimo obbligo.
2. Fermo restando quanto previsto dal codice deontologico forense in ordine alla restituzione al cliente dell’originale degli atti da questi ricevuti, e salvo quanto diversamente stabilito dalla
legge, è consentito, previa comunicazione alla parte assistita, distruggere, cancellare o consegnare all’avente diritto o ai suoi eredi o aventi causa la documentazione integrale dei fascicoli
degli affari trattati e le relative copie.
3. In caso di revoca o di rinuncia al mandato fiduciario o del patrocinio, la documentazione acquisita è rimessa, in originale ove detenuta in tale forma, al difensore che subentra formalmente
nella difesa.
4. La titolarità del trattamento non cessa per il solo fatto della sospensione o cessazione dell’esercizio della professione. In caso di cessazione anche per sopravvenuta incapacità e qualora
manchi un altro difensore anche succeduto nella difesa o nella cura dell’affare, la documentazione dei fascicoli degli affari trattati, decorso un congruo termine dalla comunicazione
all’assistito, è
consegnata al Consiglio dell’ordine di appartenenza ai fini della conservazione per finalità difensive.
Art. 5. Comunicazione e diffusione
di dati
1. Nei rapporti con i terzi e con la stampa possono essere rilasciate informazioni non coperte da segreto qualora sia necessario per finalità di tutela dell’assistito, ancorché non concordato con
l’assistito medesimo, nel rispetto dei princìpi di liceità, trasparenza, correttezza, e minimizzazione dei dati di cui al Regolamento (UE) 2016/679 (art. 5), nonché dei diritti e della dignità
dell’interessato e di terzi, di eventuali divieti di legge e del codice deontologico forense.
Art. 6. Accertamenti riguardanti
documentazione detenuta dal difensore
1. In occasione di accertamenti ispettivi che lo riguardano l’avvocato ha diritto ai sensi dell’articolo 159, comma 3, del d.lgs. n. 196/2003 che vi assista il presidente del competente Consiglio
dell’ordine forense o un consigliere da questo delegato. Allo stesso, se interviene e ne fa richiesta, è consegnata copia del provvedimento.
2. In sede di istanza di accesso o richiesta di comunicazione dei dati di traffico relativi a comunicazioni telefoniche in entrata, si applica quanto previsto dall’art. 132, comma 3, del d.lgs.
n. 196/2003.
Capo III – Trattamenti da parte di altri liberi professionisti e ulteriori soggetti
Art. 7. Applicazione di
disposizioni riguardanti gli avvocati
1. Le disposizioni di cui agli articoli 2 e 5 si applicano, salvo quanto applicabile per legge unicamente all’avvocato:
a) a liberi professionisti che prestino o su mandato dell’avvocato o unitamente a esso o, comunque, nei casi e nella misura consentita dalla legge, attività di consulenza e assistenza per far
valere o difendere un diritto in sede giudiziaria o per lo svolgimento delle investigazioni difensive;
b) agli altri soggetti, di cui all’art. 1, comma 2, salvo quanto risulti obiettivamente incompatibile in relazione alla figura soggettiva o alla funzione svolta.
Capo IV – Trattamenti da parte di investigatori privati
Art. 8. Modalità di
trattamento
1. L’investigatore privato organizza il trattamento anche non automatizzato dei dati personali secondo le modalità di cui all’articolo 2, comma 1.
2. L’investigatore privato non può intraprendere di propria iniziativa investigazioni, ricerche o altre forme di raccolta dei dati. Tali
attività possono essere eseguite esclusivamente sulla base di apposito incarico conferito per iscritto e solo per le finalità di cui alle presenti regole.
3. L’atto d’incarico deve menzionare in maniera specifica il diritto che si intende esercitare in sede giudiziaria, ovvero il procedimento penale al quale l’investigazione è collegata, nonché i
principali elementi di fatto che giustificano l’investigazione e il termine ragionevole entro cui questa deve essere conclusa.
4. L’investigatore privato deve eseguire personalmente l’incarico ricevuto e può avvalersi solo di altri investigatori privati indicati nominativamente all’atto del conferimento dell’incarico,
oppure successivamente in calce a esso qualora tale possibilità sia stata prevista nell’atto di incarico. Restano ferme le prescrizioni predisposte ai sensi dell’art. 2-septies del d.lgs. n.
196/2003 e art. 21 del d.lgs. n. 101/2018 relative al trattamento delle particolari categorie di dati personali di cui all’art. 9, par. 1, del Regolamento (UE) 2016/679.
5. Nel caso in cui si avvalga di persone autorizzate al trattamento dei dati per suo conto, l’investigatore privato rende specifiche istruzioni in ordine alle modalità da osservare e vigila, con
cadenza almeno settimanale, sulla puntuale osservanza delle norme di legge e delle istruzioni impartite. Tali soggetti possono avere accesso ai soli dati strettamente pertinenti alla
collaborazione a essi
richiesta.
6. Il difensore o il soggetto che ha conferito l’incarico devono essere informati periodicamente dell’andamento dell’investigazione, anche al fine di permettere loro una valutazione tempestiva
circa le determinazioni da adottare riguardo all’esercizio del diritto in sede giudiziaria o al diritto alla prova.
Art. 9 Altre regole di
comportamento
1. L’investigatore privato si astiene dal porre in essere prassi elusive di obblighi e di limiti di legge e, in particolare, conforma ai princìpi di liceità, trasparenza e correttezza del
trattamento sanciti dal Regolamento (UE) 2016/679 e dal d.lgs. n. 196/2003:
a) l’acquisizione di dati personali presso altri titolari del trattamento, anche mediante mera consultazione, verificando che si abbia titolo per ottenerli;
b) il ricorso ad attività lecite di rilevamento, specie a distanza, e di audio/videoripresa;
c) la raccolta di dati biometrici.
2. L’investigatore privato rispetta nel trattamento dei dati le disposizioni di cui all’articolo 2, commi 4, 5 e 6 delle presenti regole.
Art. 10. Conservazione e
cancellazione dei dati
1. Nel rispetto dell’art. 5 del Regolamento (UE) 2016/679, i dati personali trattati dall’investigatore privato possono essere conservati per un periodo non superiore a quello strettamente
necessario per eseguire l’incarico ricevuto. A tal fine deve essere verificata costantemente, anche mediante controlli periodici, la stretta pertinenza, non eccedenza e indispensabilità dei dati
rispetto alle finalità perseguite e all’incarico conferito.
2. Una volta conclusa la specifica attività investigativa, il trattamento deve cessare in ogni sua forma, fatta eccezione per l’immediata comunicazione al difensore o al soggetto che ha conferito
l’incarico, i quali possono consentire, anche in sede di mandato, l’eventuale conservazione temporanea di materiale strettamente personale dei soggetti che hanno curato l’attività svolta, a i
soli fini dell’eventuale dimostrazione della liceità, trasparenza e correttezza del proprio operato. Se è stato contestato il trattamento il difensore o il soggetto che ha conferito l’incarico
possono anche fornire all’investigatore il materiale necessario per dimostrare la liceità, trasparenza e correttezza del proprio operato, per il tempo a ciò strettamente necessario.
3. La sola pendenza del procedimento al quale l’investigazione è collegata, ovvero il passaggio ad altre fasi di giudizio in attesa della formazione del giudicato, non costituiscono, di per se
stessi, una giustificazione valida per la conservazione dei dati da parte dell’investigatore privato.
Art. 11.
Informativa
1. L’investigatore privato può fornire l’informativa in un unico contesto ai sensi dell’articolo 3 delle presenti regole, ponendo in particolare evidenza l‘identità e la qualità professionale
dell’investigatore, nonché la natura facoltativa del conferimento dei dati, fermo restando quanto disposto dall’art. 14 del Regolamento, nel caso in cui i dati personali non siano stati ottenuti
presso l’interessato.
Affidarsi a un investigatore privato non è una decisione che si può prendere alla leggera. È un passo importante che richiede attenzione, consapevolezza e, soprattutto, fiducia. Come professionista con oltre venticinque anni di esperienza, posso assicurarti che la differenza tra un’indagine efficace e un insuccesso spesso sta proprio nella scelta di chi seguire.
Un buon investigatore non è solo un esecutore di servizi, ma un partner affidabile che guida il cliente, protegge i suoi interessi e lavora con rigore e trasparenza. Solo in questo modo si possono evitare delusioni, sprechi di risorse e, soprattutto, garantire che ogni prova raccolta abbia valore reale e legale.
Prima di affidare un incarico, prenditi il tempo necessario per valutare, porre domande, verificare la professionalità e la reputazione dell’agenzia o del professionista a cui ti rivolgi. Ricorda che un prezzo troppo basso può nascondere un servizio superficiale o addirittura irregolare. Investire in un’indagine di qualità significa tutelare il proprio diritto alla verità e costruire un percorso solido verso la risoluzione del problema.
Solo così, con scelte informate e consapevoli, potrai affrontare qualsiasi situazione con la certezza di avere al tuo fianco un professionista serio, competente e dedicato, pronto a mettere la propria esperienza e passione al servizio della tua verità.
Scopri la Verità con un Investigatore Privato a Roma
Quando sospetti che il tuo partner ti stia tradendo, quel dubbio può trasformarsi in un pensiero costante, capace di minare la tua serenità.
Il nostro servizio di investigazione privata a Roma nasce proprio per fornirti risposte chiare, certe e documentabili.
Molti dei nostri Clienti ci contattano perché “qualcosa non torna”, ”qualcosa non quadra”.
Quando nasce un sospetto, molto spesso c’è un motivo reale.
Il nostro compito, come investigatori privati a Roma, è verificare con discrezione e professionalità ciò che il tuo istinto ti sta già suggerendo.
Ti offriamo la tranquillità che meriti, con prove concrete e legalmente valide.
Tutte le nostre indagini vengono condotte nel pieno rispetto della Legge, in particolare a quella sulla Privacy, con la massima riservatezza e l’utilizzo delle più moderne tecnologie investigative. Ogni intervento è studiato su misura, in base al tuo caso specifico.
Utilizziamo:
• Fotografie e video raccolti in modo discreto;
• Tecniche di osservazione dinamica e statica;
• Strumentazione digitale e GPS investigativi all’avanguardia.
Anche se hai già provato con un altro investigatore senza risultati, non scoraggiarti: abbiamo risolto casi complessi dove altri hanno fallito.
Se noti uno o più di questi comportamenti, potresti essere di fronte a una relazione extraconiugale:
• Improvvisi impegni lavorativi fuori orario;
• Nuove abitudini o “amicizie” mai menzionate prima;
• Cambiamento nell’aspetto fisico o nel modo di vestirsi;
• Cellulare sempre silenzioso, nascosto o sorvegliato ossessivamente;
• Diminuzione della vita intima o comportamenti sessuali insoliti;
• Discussioni frequenti prima di uscire di casa;
• Ossessione per email e messaggi.
Se ti riconosci in una di queste situazioni, contattaci: un investigatore privato a Roma può fare la differenza.
Oltre ai casi di infedeltà, la nostra agenzia investigativa a Roma si occupa anche di:
➤ Affidamento/collocamento figli
Con una lunga esperienza e un passato nell’Arma dei Carabinieri, documentiamo situazioni che possono influenzare l’affidamento e/o collocamento dei minori in fase di separazione.
➤ Revisione / annullamento dell’assegno di mantenimento
Se il tuo ex coniuge convive con un nuovo partner, potresti avere diritto a una riduzione o revoca dell’assegno di mantenimento. Le nostre indagini documentano la convivenza in modo efficace, generando un risparmio molto significativo nel tempo.
Ogni indagine si conclude con una relazione dettagliata, corredata da immagini e video utilizzabili in sede legale. Le prove fornite sono conformi alle normative vigenti e hanno piena validità processuale.
Affidarsi alla nostra agenzia significa scegliere un professionista con:
• Oltre 25 anni di esperienza certificata;
• Licenza rilasciata dalla Prefettura di Roma (art. 134 T.U.L.P.S.);
• Migliaia di indagini svolte con successo;
• Reputazione costruita sulla serietà, discrezione e risultati concreti.
Operiamo su tutta Roma e provincia, con massima disponibilità e attenzione al cliente.
Chi è Massimiliano Altobelli – Investigatore Privato a Roma
Mi chiamo Massimiliano Altobelli, ho 57 anni e svolgo la professione di investigatore privato a Roma da oltre 25 anni. Dopo il congedo dall’Arma dei Carabinieri nel 1989, ho avviato la mia attività investigativa fondando l’agenzia “Massimiliano Altobelli Investigazioni”, oggi con sede in Via della Farnesina 15 – zona Ponte Milvio a Roma.
Sono in possesso di tutte le autorizzazioni previste dalla Legge, incluse quelle per indagini in ambito penale (artt. 38 e 222 D.Lgs 271/89) e attività di sicurezza (D.M. 06/10/2009). In oltre 28 anni ho svolto migliaia di indagini in prima persona, con l’ausilio di tecnologie avanzate come dispositivi GPS per pedinamenti “discreti”.
Credo nella forza della verità e nel diritto del Cliente di avere certezze, non supposizioni.
Ogni situazione è unica. Per questo motivo offriamo consulenze gratuite e riservate, dove potrai esporre il tuo caso in modo confidenziale.
Dopo il primo colloquio, elaboriamo un preventivo personalizzato, chiaro e proporzionato alla complessità del caso.
La prima consulenza non ti vincola in alcun modo: il nostro obiettivo è aiutarti a fare chiarezza.
Hai dei dubbi sulla fedeltà del tuo partner? Vuoi certezze prima di una separazione o una causa legale?
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Investigatore Privato Roma – Quando la Verità è l’unica scelta.
Quanto costa assumere un investigatore privato a Roma?
Il costo di un investigatore privato a Roma può variare in base alla complessità del caso, alla durata dell’indagine e al numero di operatori impiegati. Dopo un primo colloquio gratuito, forniamo sempre un preventivo chiaro e personalizzato, senza sorprese.
Le prove raccolte sono valide in Tribunale?
Sì. Tutte le prove raccolte dalla nostra agenzia investigativa sono conformi alla normativa vigente e possono essere utilizzate in sede giudiziaria, sia in ambito civile che penale. Forniamo dossier dettagliati corredati da foto, video e relazioni tecniche.
L’attività dell’investigatore è discreta?
Assolutamente. La discrezione è una delle qualità fondamentali del nostro lavoro. Operiamo con tecniche investigative professionali e con la massima riservatezza, evitando qualunque tipo di esposizione del Cliente.
Come posso sapere se il mio partner mi tradisce?
Ci sono alcuni segnali che possono far nascere un sospetto: orari insoliti, cambiamenti improvvisi nel comportamento, attenzione eccessiva al cellulare, nuove “amicizie” mai citate prima. Se noti uno o più di questi segnali, contattaci: possiamo aiutarti ad avere conferme.
Posso chiedere un’indagine per ottenere l’affidamento/collocamento esclusivo dei figli?
Sì. In fase di separazione, la documentazione fornita da un investigatore può essere decisiva per dimostrare situazioni pregiudizievoli al benessere del minore (frequentazioni pericolose, negligenze, comportamenti irresponsabili). Interveniamo nel pieno rispetto della Legge e dei tempi processuali.
Operate solo a Roma o anche altrove?
Operiamo su tutta Roma , provincia e in tutta Italia, con possibilità di estensione territoriale in base alle esigenze del Cliente. Lavoriamo anche all’estero.
Quanto tempo dura un’indagine?
La durata varia in base alla tipologia di caso e agli obiettivi concordati. Alcune indagini richiedono pochi giorni, altre possono estendersi per settimane. Pianifichiamo sempre un calendario operativo con il Cliente prima di iniziare.
Come avviene il primo contatto?
Il primo contatto può avvenire telefonicamente, via email, oppure direttamente presso il nostro ufficio in Via della Farnesina 15 (Roma, zona Ponte Milvio). La consulenza è gratuita, riservata e senza alcun impegno.
Massimiliano Altobelli
Cerenova, località del comune di Cerveteri, è una zona residenziale in forte sviluppo, apprezzata per la vicinanza al mare e per la tranquillità che offre, soprattutto nei periodi extra estivi. È scelta sia come luogo di residenza stabile che come meta per le vacanze. Questo la rende un contesto variegato, dove può nascere l’esigenza di rivolgersi a un professionista del settore: un investigatore privato a Cerenova, competente, discreto e con esperienza sul campo.
“La verità non si improvvisa: si raggiunge con metodo, dedizione e precisione.”
Con oltre 30 anni di attività alle spalle e regolare autorizzazione prefettizia ai sensi dell’art. 134 del T.U.L.P.S., opero come investigatore privato su Cerenova e in tutta l’area del litorale nord di Roma. La mia agenzia investigativa è strutturata per offrire interventi rapidi, efficaci e completamente riservati, in ambito privato, familiare e aziendale.
Dopo il servizio nell’Arma dei Carabinieri e migliaia di indagini trattate in prima persona nel settore delle investigazioni private, oggi gestisco un’agenzia investigativa professionale che unisce esperienza sul campo, conoscenza del territorio e tecnologie investigative avanzate.
La località di Cerenova presenta caratteristiche urbanistiche molto eterogenee: quartieri tranquilli, case isolate, zone turistiche stagionali e attività commerciali locali. Per questo, ogni intervento investigativo deve essere calibrato in base al contesto.
Che si tratti di monitorare un’abitazione sospetta, raccogliere prove su comportamenti anomali o documentare situazioni delicate, la mia presenza costante sul territorio di Cerenova garantisce interventi tempestivi, precisi e in totale anonimato.
Le attività della mia agenzia investigativa vengono svolte sempre nel pieno rispetto della Legge sulla privacy, con l’impiego di tecnologie moderne e tecniche di indagine altamente specializzate.
“Un buon investigatore non si vede: osserva, analizza e documenta in silenzio.”
Molte delle abitazioni presenti a Cerenova sono seconde case o residenze stagionali. Questo rende il territorio particolarmente esposto a situazioni extraconiugali o incontri riservati.
Spesso una di queste abitazioni viene utilizzata per incontrare un amante lontano da occhi indiscreti, soprattutto nei periodi di bassa stagione, quando la zona è meno frequentata. Durante l’estate, non è raro che uno dei coniugi resti stabilmente a Cerenova con i figli, mentre l’altro lavora in città: questa distanza temporanea può alimentare sospetti e tensioni nella coppia.
Grazie alla mia lunga esperienza nel campo delle indagini per infedeltà coniugale, posso intervenire con rapidità e massima riservatezza per documentare comportamenti sospetti e raccogliere prove valide in sede legale.
Ogni incarico investigativo inizia con una consulenza gratuita e riservata, utile a comprendere la situazione e suggerire la migliore strategia d’intervento. Ogni preventivo è chiaro, scritto e completo: nessuna spesa nascosta, nessuna clausola poco chiara.
L’attività investigativa viene avviata solo dopo l’approvazione scritta del cliente, garantendo piena trasparenza su costi, tempi e modalità operative.
La sede principale della mia agenzia investigativa si trova a Roma in zona Ponte Milvio, ma opero regolarmente su tutto il litorale nord, inclusa la zona di Cerenova e le altre zone circostanti.
Sono disponibile per sopralluoghi riservati, incontri a domicilio o presso studi legali, oltre che per consulenze telefoniche, pensate per chi desidera un primo contatto in totale riservatezza.
“Ogni dettaglio può fare la differenza. Il mio compito è individuarlo.”
Se hai bisogno di un accertamento riservato, un’indagine privata o un supporto legale nella zona di Cerenova, contattami senza impegno. La mia agenzia investigativa opera a Cerenova con professionalità, riservatezza e legalità.
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Massimiliano Altobelli – Investigatore Privato a Roma e Cerenova